i video sono sempre più convincenti, ed è un problema
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i video sono sempre più convincenti, ed è un problema | Wired Italia


Nelle ultime settimane potreste esservi imbattuti in alcuni impressionanti video meme realizzati con l’intelligenza artificiale (AI), dove Harry Potter è immaginato come una pubblicità di Balenciaga o un inquietante Will Smith si ingozza di spaghetti. Questi video, che sono subito diventati virali, evidenziano la rapidità con cui la tecnologia sta evolvendo, ma anche quanto alcune sue applicazioni possano diventare problematiche.

Percorso già visto

Le clip mi ricordano il momento in cui l’anno scorso hanno iniziato a diffondersi gli strumenti in grado di generare immagini sfruttando l’intelligenza artificiale, quando programmi come Craiyon (precedentemente conosciuto con il nome di Dall-E Mini) hanno permesso a chiunque di creare immagini riconoscibili, anche se rozze e spesso surreali.

Craiyon era un’imitazione open source del generatore di immagini Dall-E 2 di OpenAi, la startup dietro ChatGpt. Lo strumento è stato il primo a mostrare come l’intelligenza artificiale fosse in grado di prendere una richiesta di testo e trasformarla in prodotti che sembrano foto reali e illustrazioni disegnate dall’uomo. Da allora, Dall-E è stato aperto al pubblico e i programmi come Midjourney e Dream Studio hanno sviluppato e perfezionato sistemi simili, rendendo relativamente banale creare immagini complesse e realistiche con pochi tocchi sulla tastiera. Man mano che gli ingegneri hanno modificato l’algoritmo alla base dei generatori di immagini, questi strumenti sono diventati incredibilmente efficaci nel simulare la realtà.

L’accesso diffuso a questa tecnologia e la sua sofisticazione ci stanno costringendo a ripensare al modo in cui consideriamo le immagini online, come è emerso anche di recente dopo che alcune immagini create dall’intelligenza artificiale che mostravano l’arresto di Donald Trump sono diventate virali. L’incidente ha portato Midjourney ad annunciare che non avrebbe più offerto una prova gratuita del suo servizio: una soluzione che potrebbe scoraggiare alcuni malintenzionati, ma che lascia inalterato il problema più ampio.

Come scrive Amanda Hoover, oggi gli algoritmi fanno ancora fatica a generare video convincenti a partire da una richiesta testuale. La creazione di molti fotogrammi è dispendiosa dal punto di vista computazionale e, come dimostrano i video attualmente in circolazione, è difficile per gli algoritmi mantenere una coerenza sufficiente a produrre un video che abbia senso.



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di Will Knight www.wired.it 2023-04-12 16:00:00 ,

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